Uscendo dal vecchio aeroporto, mi sono immaginata Hernest Hemingway che attraversava queste stesse porte, osservando la vernice scrostata dei muri. L’aria stava ancora ronzando mentre sventolavo la mano per chiamare un taxi: sembravano tutti essere sul punto di cadere a pezzi. Tutti tranne quelli di una bellezza vintage, sui toni del blu polvere, fucsia scuro e verde lime, che costeggiavano il parcheggio dell’aeroporto.
Avevano l’aria di essere stati troppo lucidati sin dal giorno in cui i loro componenti erano stati assemblati come in un lavoro d’artista. Ho subito avuto l’impressione che questi due tipi differenti di taxi sarebbero stati una rappresentazione di questa città elettrica. Colori accesi e lucidi in contrasto con lo sporco e la vecchiaia. Non si può immaginare quanto avessi ragione.
Sperimentare ben due guerre di indipendenza, una rivoluzione, e un embargo commerciale da parte degli Stati Uniti non può che aver scolpito a fondo il carattere di questo luogo.
Parlavo uno spagnolo raffazzonato con il tassista. Tra una boccata di sigaretta e l’altra mi raccontava della sua famiglia, mentre scuoteva via gentilmente la cenere dalla punta. Ovviamente non avevo scelto i lucidi sedili in pelle di una Cadillac vintage per il mio viaggio verso l’appartamento. I miei occhi rimanevano fissi ad osservare fuori dal finestrino, guardando cosa appariva mentre mi avvicinavo al centro della città.
Mi aspettavo che la storia avrebbe brillato attraverso le strade, poiché sperimentare ben due guerre di indipendenza, una rivoluzione, e un embargo commerciale da parte degli Stati Uniti non può che aver scolpito a fondo il carattere di questo luogo.