José Echegaray
y Eizaguirre

Marco Montagnin
letteratura

Fu il primo spagnolo dopo il Secolo d’Oro a far rappresentare le sue opere fuori dalla Spagna

«In riconoscimento delle numerose e brillanti composizioni che, in maniera individuale ed originale, hanno fatto rivivere la grande tradizione del dramma spagnolo»

     José Echegaray y Eizaguirre fu insignito, nel 1904, del premio Nobel per la letteratura.

Il 1904 fu l’unico anno in cui vennero premiati due scrittori.[1]

     Echegaray, nato a Madrid nel 1832, ebbe una tarda rivelazione come drammaturgo a quarantadue anni sotto lo pseudonimo anagrammato di Jorge Hayaseca: l’autore, già personaggio pubblico all’epoca, non voleva influenzare la visione dell’opera con il suo nome.

     Echegaray, figlio di un medico, dedicò la sua adolescenza alla matematica riuscendo con largo anticipo ad accedere alla Facoltà di Ingegneria civile, dove superò la prova d’ingresso brillantemente aggiudicandosi il primo posto e successivamente si laureò a pieni voti a soli vent’anni nel corso di studi più difficile dell’epoca: ‘Ingeniero de Caminos, canales y puertos’.

     Dopo la brillante carriera universitaria entrò nell’amministrazione statale ma decise di abbandonare la carica pubblica e di non accettare nessun lavoro privato per diventare professore universitario; rifiutò stipendi ben più redditizi pur di continuare a fare ciò che gli piaceva; è considerato il più importante matematico spagnolo del XIX secolo. Si conclude qui la prima fase della sua vita, quella dedicata principalmente alla matematica; tuttavia non abbandonò mai definitivamente questa materia, la quale si intrecciò ad ulteriori esperienze che confluirono tutte nella stesura delle sue opere teatrali.

Echegaray trovò nell’economia politica una nascente passione; liberale convinto, entrò nella lotta ‒ da intellettuale prima e come Ministro poi ‒ delle guerre carliste.

Dopo l’abrogazione della legge Salica, la successione al trono di Spagna passò dal fratello del re (Carlo Maria Isidoro di Borbone-Spagna) alla figlia del re (Isabella II di Borbone); alla morte di Ferdinando VII iniziarono le cosiddette ‘guerre carliste’ promosse dai sostenitori di Don Carlos: antiliberali, monarchici legittimisti e cattolici tradizionalisti che destabilizzarono il paese a più riprese durante il XIX secolo.

La nuova passione per l’economia politica portò Echegaray prima a fondare El economista, e successivamente ad entrare nel gabinetto di governo ‒ prima come Ministro dei Lavori Pubblici e poi delle Finanze a più mandati. Inoltre nel 1874 fondò il Banco di Spagna per risanare la finanza pubblica e fu proprio in quest’anno che andò in scena la prima delle sue opere teatrali.

Si aprì per l’autore una nuova fase, quella dedicata alla letteratura.

Il successo fu istantaneo: acclamato dal pubblico, e inizialmente dalla critica, fu il primo spagnolo dopo il Secolo d’Oro a far rappresentare le sue opere fuori dalla Spagna.

Si può dire che Echegaray come una tormenta improvvisa suscitò stupore, ammirazione, lasciò senza parola il pubblico e la critica.  Dopo qualche anno, il pubblico continuò a credere ciecamente nella soprannaturale meraviglia di quella apoteosi di tuoni e di lampi;  ma la critica, rimessasi un po’ dallo spavento, cominciò a credere che in quella tormenta ci fosse molta macchina teatrale: tuoni prodotti da pietre agitate dentro una latta, lampi ottenuti con bengala e magnesio. E come succede a chi esce da uno stato di violenta commozione, la critica cominciò ad abbattere senza rimpianti ciò che essa stessa, come il pubblico, aveva innalzato come un glorioso piedestallo del famoso drammaturgo.  Lo considerarono un fenomeno della Natura, come una cometa dalla coda brillante, che ha affascinato tutti, critici e ignoranti…[2]

L’opera di Echegaray rientra nello stile neo-romantico europeo, ponendosi in antitesi con la tradizione romantica spagnola (che fondava le sue radici sul Medioevo ed il leggendario). Influenzato dagli autori connazionali e francesi si avvicinò poi al teatro nordico tra cui Bjørnstjerne Martinus Bjørnson[3] ed in particolare Henrik Johan Ibsen; il romanticismo di Echegaray si distingueva per due aspetti: il gusto per le vicende a sfondo storico e la trattazione della problematica morale di derivazione nordica. Le sue tematiche, inoltre,  sono così suddivise: drammi a tendenza neo-romantica, drammi a tesi, drammi simbolisti e drammi di costume. Produsse sessantacinque opere in un trentennio ed i suoi capolavori costellano tutto il suo periodo artistico. Venne addirittura definito: ‘un ingegnere del teatro’; svolgeva infatti l’intreccio come un problema di ingegneria e per questo il testo è sempre costruito secondo uno schema di matematica razionalità.

Io scelgo una passione, prendo un’idea, un problema, un carattere. E lo inserisco, come una carica di dinamite, nell’essenza di un personaggio che la mia mente crea. La trama mette intorno al personaggio alcuni fantocci che nel mondo o si voltolano nel fango o si riscaldano alla luce del sole. Poi accendo la miccia. Il fuoco si propaga, la cartuccia esplode senza scampo. Eppure, a volte, in questo assedio che faccio all’arte e che lusinga l’istinto, nel bel mezzo dell’azione, mi coglie l’esplosione [4]

Echegaray eliminò i versi dal teatro spagnolo, fu accusato di scrivere l’opera adattando i personaggi a determinati attori prescelti e soprattutto di cominciare la stesura dal finale, il quale doveva colpire lo spettatore creando così uno svolgimento ricco di colpi di scena; inoltre era reo di subordinare tutti gli elementi del dramma all’effetto, lasciando in secondo piano la psicologia dei personaggi che non hanno “tipi” (Miles gloriosus, Le bourgeois gentilhomme, ecc…).

Echegaray è il drammaturgo spagnolo che fa della vita teatro, e non il contrario, che è il grande miracolo di Lope e Tirso e Calderón…   Infatti se questi grandi drammaturghi lottarono per fare del teatro Vita – o brani di vite – e vi riuscirono tanto che ai loro tempi, “il teatro” era fuori della scena, e sulla scena era la verità assoluta, Echegaray riuscì a teatralizzare il teatro.  Cioè la Vita – o i brani di vite – si allontanarono dalla scena;  e fare teatro fu rappresentare una imitazione della Vita.  Per Echegaray, il teatro è solo questo: teatro… [5] 

 Nel suo dramma La morte sulle labbra ogni personaggio, ogni avvenimento ed anche lo sfondo storico-geografico sono pensati per suscitare più pathos possibile in attesa del finale che non tiene conto del genere, e delle aspettative del pubblico, ma che prende queste ultime e le sconvolge, le annichilisce in un finale carico di dolore in cui l’antagonista diviene protagonista secondo un sentiero di forzature logiche che obbligano lo spettatore ammutolito ed incredulo ad un finale inatteso e non voluto, che se visto da una particolare angolazione (mentale, non fisica) non può che apparire geniale.

Il dramma, ambientato nella svizzera calvinista (in vita di Calvino) presenta la storia di svariati personaggi che si confrontano con il fanatismo religioso dei roghi.

WALTER   Inganni o stregonerie. Se sono inganni, come presumo, il tuo maestro è un gran ciarlatano; se fossero verità, come supponi tu, come fa a saperle? E chi glielo ha detto? E come poté scoprire quello che Aristotele ignorava? Avrà stretto un patto con qualche potenza delle tenebre, e questa prova, anche in mancanza di altre, basterà a dimostrare che egli pratica magia, stregonerie e arti abominevoli. 

JACOPO   Sarà come vuoi, ma io darei metà della mia vita per poter leggere quelle due pagine.

WALTER   E se tu leggessi quel libro di Servet, ci penserei io all’altra metà della tua vita. 

JACOPO   Grazie, Walter; ma io non aspiro alla gloria di Pietro Gruet, né mi attrae ciò che avete preparato alla povera Giovanna.[6]

 Nonostante avesse contro i critici e gli autori emergenti connazionali, il nobel valorizzò l’importanza del suo teatro non più spagnolo ma internazionale.

[2] Echegaray – Mistral, collana Scrittori del mondo : i Nobel, UTET, Torino 1970, p.405

[4] Echegaray – Mistral, collana Scrittori del mondo : i Nobel, UTET, Torino 1970, p.411

[5] Ivi, p.410

[6] Ivi, p.554

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