Il silenzio

Veronica Berenice
Editoriale

Non voglio infrangere quella tacita promessa fatti ai lettori de La Livella Magazine :., e per questo non aggiungerò parole su questo nostro momento storico di difficoltà e fragilità, perché non possiedo oltre ogni ragionevole dubbio quella Verità ‒ e invito qualunque gentilumano che l’abbia a farsi avanti ‒ che varrebbe a dare un senso profondo e vero a quanto sta accadendo.

Così, nella vita di ogni essere umano, ci sono momenti in cui non rimane che stare in silenzio, perché tutto ciò che reputiamo degno della nostra attenzione ci rende muti ed attenti, solerti ed aperti verso ciò che si staglia, anche metafisicamente, davanti a noi.

     Il silenzio è presente come disciplina in tutte le tradizioni, “fai silenzio in te stesso, e ascolta” è il primo insegnamento del Buddha; ed analogamente, nella filosofia occidentale “Il silenzio è il linguaggio di tutte le forti passioni, dell’amore (anche nei momenti dolci) dell’ira, della meraviglia, del timore ec.” ‒ Giacomo Leopardi, Zibaldone.

 

E’ come se tutti i viventi, resisi conto del loro pesare sul mondo, decidessero ad una data ora, di un dato giorno di saltare tutti assieme, donando così al suolo terreste un secondo di sollievo

 

Siamo costernati da un pesante rumore di fondo e la mente è il primo ricettacolo assordante che dovremo cercare di trattenere; una contrazione in virtù di una libertà maggiore che deriva dall’ascolto. Il pensiero, lasciato alla sua naturale disposizione, necessita di tempo e per quanto ce ne sia stata donata una dose maggiore in tempi recenti, si è comunque manifestato quell’imbarazzante chiacchiericcio degno del peggiore degli appuntamenti romantici.

Cosa ascoltare dunque, una volta rimasti in silenzio?

Ben al di sopra di cinguettii e crepitii vi è lo spazio meditativo del pensiero come auto-pensante, ossia il pensiero che pensa se stesso e che compie la separazione tra il soggettivo e l’accadere esteriore.

Credo questa antica pratica possa non solo dare un benessere al singolo ma abbia un potere balsamico in termini collettivi, non già perché ci si debba nascondere in esso ma perché il ciarlare è una moda quanto mai pesante.

Per dare un’immagine, è come se tutti i viventi, resisi conto del loro pesare sul mondo, decidessero ad una data ora, di un dato giorno di saltare tutti assieme, donando così al suolo terreste un secondo di sollievo [1]. 

     Fatte dunque le adeguate somme e detrazioni, distribuiti i pani e i pesci, la Direzione propone in questo Primo di Gennaio 2021 di astenersi dal parlare per riempire il vuoto, ma bensì di abbracciarlo per concedere a quello spazio virtuale un momento di insperato ‒ ma mai tanto necessario ‒ silenzio.

Diversamente da quanto ogni anno si è proposto, quest’anno potremo provare a lasciare da parte lustrini forzati e tristi costosi spumanti in virtù di un momento di massima serietà interiore.

Nell’augurio così, a tempo debito, di poter finalmente esprimere coscientemente le proprie idee.

Se ce ne sono.

[1] Salta, Ken Whitmore, 1995 Il battello a vapore

Fotografia a cura di Marvin Miller www.marvinmiller.it

Cidippe: @genesisdaphne
Aconzio: @denis_frison)
Location:@cadeimolini

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