Bisogna giudicare sia lo Stato, sia le istanze politiche. Bisogna ricondurre gli unici dell’amore, esterni ad ogni genere, alla comunità e al mondo[…] è necessario per amore dell’unico rinunciare all’unico.
” L’uomo sarebbe, al pari dello stesso Creatore, in cima alla gerarchia dei mondi: anima dell’universo[…]« modellato con l’argilla della terra» non si traduce letteralmente « l’uomo divenne essere vivente » ma «anima vivente». Il senso letterale sarebbe più profondo: l’uomo è l’anima di tutti i , di tutti gli esseri, di ogni vita […] L’essere è attraverso l’etica e l’uomo. L’uomo, dunque, risponde dell’universo. Egli fa e disfa i mondi, li innalza e li abbassa. Il regno di Dio dipende da me.[…] Il mondo è[…]perché, attraverso l’operare dell’uomo può essere giustificato nel proprio essere. L’umano è la possibilità di essere-per-l’altro. È la giustificazione di ogni esistere[…] nessun dettaglio dei suoi atti, delle sue parole, dei suoi pensieri in ogni momento, è perduto. Ognuno di essi risale fino alla sua radice, in alto, per operare nell’altezza delle altezze, nei mondi e fra le pure luci delle altezze[…] “I nostri atti, le nostre parole, i nostri pensieri”[…]Attraverso il pensiero «l’uomo oltrepassa l’uomo» come direbbe Pascal. Antropologia dell’umanità già umana a responsabilità illimitata[…]
Bisogna sia giudicare sia concludere: è necessario un sapere, è necessario verificare, scienza oggettiva e sistema. Bisogna giudicare sia lo Stato, sia le istanze politiche. Bisogna ricondurre gli unici dell’amore, esterni ad ogni genere, alla comunità e al mondo[…] è necessario per amore dell’unico rinunciare all’unico. È necessario che l’umanità dell’uomo si situi nell’orizzonte dell’Universale.[…] ciò significa concretamente, in Europa, l’incessante esigenza di giustizia[…] la storia moderna dell’Europa attesta l’ossessione del definitivo; nell’opposizione all’ordine stabilito, l’ossessione di un ordine da stabilire su regole universali, ma astratte, vale a dire politiche, sia nella sottostimazione sia nell’oblio dell’unicità dell’altro uomo il cui diritto è tuttavia origine del diritto ma anche sempre nuova vocazione. La storia moderna dell’Europa è una permanente tentazione di razionalismo ideologico e di esperienze condotte attraverso il rigore della deduzione, dell’amministrazione e della violenza[…] l’umano è dunque disumanizzato e ritrova soltanto la bontà che procede da un uomo all’altro, la « piccola bontà»[…] bontà invincibile[…] non garantisce alcun regime, ma attesta, nell’essenza della nostra Europa, la coscienza nuova di uno strano- o molto antico- modo di una spiritualità o di una pietas senza promesse, la quale tuttavia non renderà insensata la responsabilità umana, che è sempre la mia responsabilità. Spiritualità dell’avvenire. sconosciuto.“.
Tratto da Emmanuel Levinas, Nell’ora delle nazioni. Letture talmudiche e scritti filosofico-politici, a cura di Silvano Facioni, Jaca Book, 2000, Milano, pp.142-143-144 e pp.154-155-156.