Biden
Vs
Trump

Il minore tra i due mali

Sara Simon
Attualità

Anzitutto, una premessa: chiunque creda che ciò che avviene negli Stati Uniti d’America non influenzi il continente europeo dovrebbe ricordare che l’America è la potenza di riferimento per il mondo Occidentale, con la quale l’Europa ha stretto accordi politici, commerciali e militari; e, se ciò non bastasse ancora a sentirsi abbastanza coinvolti in queste elezioni, è bene anche tenere a mente che il presidente americano ha la disponibilità dei codici per lanciare circa 7000 missili con testate nucleari, 50 delle quali si trovano nelle basi militari di Aviano e Ghedi.

La campagna elettorale appena conclusa è stata molto violenta e sembrano essersi fronteggiati non degli oppositori politici, ma piuttosto dei nemici impegnati a proteggere la democrazia da una parte, e la supremazia bianca dall’altra.
Anche i dibattiti presidenziali, la sede in cui ogni candidato esprime i punti forti del proprio programma ‒ cercando di carpire il voto dell’elettore attraverso le forze della dialettica, degli ideali e della persuasione ‒ si sono trasformati in vergognose occasioni per sferrare attacchi personali all’avversario.

 

Aver eletto Biden non costituisce tanto una vittoria del democratico sul repubblicano, quanto una vittoria della democrazia sulla demagogia sconsiderata che punta a minare i processi costituzionali e de valorizzare le norme stesse della democrazia.

Il primo confronto televisivo tra i due candidati ‒ Donald Trump e Joe Biden ‒ è stato probabilmente il più caotico e confuso dibattito elettorale nella storia degli USA. Davanti a decine di milioni di americani la discussione si è diretta verso i molti problemi che sta affrontando il Paese e le loro proposte per porvi rimedio, ma quasi ogni risposta di Biden è stata interrotta da Trump, che è stato richiamato più volte e inutilmente dal moderatore a rispettare le regole che entrambi i candidati avevano concordato prima del confronto. 

Ma chi sono i due candidati? Trump, precedentemente conosciuto come imprenditore e personaggio pubblico, ha operato a lungo e con grande successo nel campo immobiliare ed oggi abbandona la presidenza degli Stati Uniti per cederla al neo eletto presidente Biden. Quest’ultimo, candidato per il partito democratico ed ex vice di Obama, è in politica da circa cinquant’anni e per la sua candidatura ha scelto, quale vice presidente, Kamala Harris, prima donna a ricoprire la carica di Procuratore Generale dello Stato. È inoltre il principale promotore del Violence against women act, legge per tutelare le donne vittime di abusi e violenze, un sostenitore del ritiro delle truppe dall’Afghanistan e delle politiche antirazziste in America.

Se nessuno dei due candidati ha convinto durante le campagne elettorali, non si può tuttavia non aver notato la sostanziale differenza tematica fra le due. Quella di Biden portava i temi dell’unità, della tradizione e dell’onore; ma soprattutto dell’affidarsi agli esperti per controllare e sconfiggere il coronavirus, ormai totalmente fuori controllo negli Stati Uniti. Quella di Trump invece è stata innanzitutto una campagna elettorale caratterizzata dallo spregio delle regole base atte a contrastare la diffusione del virus ‒ basti pensare alle immagini di bagni di folla senza mascherina né distanziamento minimo con  spettatori acclamanti il leader del partito repubblicano in diversi Stati americani. In secondo luogo, Trump non ha cercato di risvegliare i migliori istinti del popolo americano, anzi, costruendo un nemico ideologico ha alimentato l’odio ed incoraggiato vittimismo e paura al motto di “make America great again”.
Eppure, Donald Trump intriga e affascina, catturando il consenso di almeno il 40% della popolazione. Perché?

Nel recente documentario “Unfit – la psicologia di Donald Trump” rilasciato negli Stati Uniti lo scorso primo Settembre, è stato compiuto uno studio psicologico del leader del partito repubblicano. Per alcuni tale iniziativa pareva essere finalizzata all’unico scopo di delegittimare Trump agli occhi del popolo americano  nel tentativo di fargli perdere il consenso a ridosso delle elezioni; eppure, anche sforzandosi di guardare il documentario con occhio oggettivo e senza pregiudizio è doveroso riconoscere che si tratta unicamente di raccontare e commentare la realtà delle sue  azioni e delle sue affermazioni nel corso della presidenza. Nel documento in questione, Trump è stato definito un narcisista paranoico affetto da comportamenti antisociali, privo di empatia e con tendenze al sessismo, al sadismo e all’inganno. Tali tratti della psiche sarebbero da ricongiungere al grave disturbo della personalità denominato narcisismo maligno, termine creato nel 1964 dallo psicoanalista e filosofo umanista Erich Fromm, che, sfuggito ai nazisti, studiò la psicologia del male. Se Trump sia un narcisista maligno non possiamo dirlo con certezza, però possiamo affermare sulla base dell’osservazione empirica che demonizza chi dissente da lui, mente molto spesso, umilia, denigra e svilisce le donne ‒ anche sul fronte estetico ‒ per screditarle. Nel corso del suo mandato ha dimostrato cattiveria e mancanza assoluta di empatia in diverse occasioni; una fra tutte, quella che ha forse più destabilizzato e diviso l’opinione pubblica, è stata la politica della tolleranza zero nei confronti degli immigrati. Le politiche governative dell’ex presidente per contrastare l’immigrazione clandestina infatti prevedono che ai genitori che valicano i confini vengano tolti i figli, che vengono poi collocati in istituti minorili. L’amministrazione la chiama “tolleranza zero”, l’Onu la definisce una violazione dei diritti umani dei bambini. Impossibile non definire questa scelta sadica e crudele, soprattutto in relazione agli effetti permanenti che avrà su chi la subisce. Ma lo sprezzo dei diritti umani emerge anche dalla sua assoluta mancanza di posizione nei confronti delle proteste antirazziste del movimento Black lives matter a seguito del terribile omicidio di George Floyd; questo presumibilmente per non perdere il voto dei suprematisti bianchi. Ai cosiddetti Proud Boys, ragazzi armati di estrema destra e convinti sostenitori della loro superiorità razziale, Trump ha riservato, durante il dibattito elettorale,  non una pubblica condanna, ma un occhiolino ammiccante, affermando “Stand back, stand ready” ovvero “state indietro e siate pronti”. Un’indicazione a ‘tenersi pronti ad agire’ per una milizia paramilitare della quale si cerca il consenso? Certo non sarebbe la prima volta. Lo scorso aprile infatti, migliaia di persone si erano riunite di fronte al Congresso del Michigan per protestare contro un ordine esecutivo emanato da Gretchen Whitmer, Governatrice dello Stato. Tale ordine prevedeva la chiusura della maggior parte delle attività statali per frenare i contagi da coronavirus. Durante quelle proteste, e durante manifestazioni successive, si erano viste svastiche, bandiere confederate e slogan che incoraggiavano violenze contro la stessa Whitmer. Trump aveva incoraggiato le proteste con un tweet: «Liberare il Michigan». Ebbene, il mese scorso sei persone appartenenti ad un gruppo di estrema destra sono state incriminate in quello stesso Stato per avere preso parte a un ampio piano criminale che prevedeva il sequestro della governatrice. Secondo l’FBI, che ha svolto le indagini, il gruppo si era incontrato diverse volte durante l’estate per addestramenti militari, tentare di costruire esplosivi e sorvegliare la casa dove Whitmer stava trascorrendo le vacanze estive. Il piano era di rapire la governatrice prima delle elezioni presidenziali di novembre e portarla in un ‘luogo sicuro’ in Wisconsin per sottoporla a un ‘processo’.

Trump ha evidentemente ben compreso il potere che può esercitare sui Proud Boys, e non sarebbe fuori luogo aspettarsi scontri e guerre civili nei prossimi giorni in un America ‒ dove il commercio delle armi è salito quest’anno del 40%. Non solo, lo stesso Trump ha affermato che farà ricorso alla Corte Suprema alludendo a possibili frodi e brogli, per spiegare come il suo vantaggio sia evaporato per la ‘magica’ comparsa di altre schede. Biden ha subito replicato che ogni voto andrà contato e molti commentatori hanno rimarcato che nessuna prova di irregolarità sia emersa finora. Ma Trump sa che la Corte Suprema, recentemente modificata nella sua composizione con la nomina della giudice Amy Coney Barret,è oggi a suo favore: infatti si compone di sei giudici conservatori e tre liberali. È curioso inoltre notare come la nomina della Barret sia stata particolarmente celere, contravvenendo all’esplicita richiesta del suo predecessore ‒ la giudice progressista Ruth Bather Ginsburg, morta lo scorso 18 settembre ‒ di attendere che fosse il nuovo presidente ad eleggere il suo successore.
A ben vedere, sotto una prospettiva storica, per la terza volta assistiamo all’ascesa della figura del leader carismatico, forte e minaccioso. Questo è avvenuto prima nel periodo fascista ‒ con Mussolini e Hitler ‒ e successivamente, dopo la seconda guerra mondiale ‒ con Mobutu e Gheddafi, nella prospettiva dell’anticolonialismo. Oggi assistiamo alla terza generazione di leader che minacciano la democrazia liberale.
In questo senso, aver eletto Biden non costituisce tanto una vittoria del democratico sul repubblicano, quanto una vittoria della democrazia sulla demagogia sconsiderata che punta a minare i processi costituzionali e de valorizzare le norme stesse della democrazia.

[1] Per diligenza e su base libertaria rimando alla lettura del testo “False buone idee” di Michele Diego, che offre un approccio opposto ma complementare sul tema delle elezioni americane.

[2] Francesco Costa, il caotico dibattito fra Trump e Biden, il Post, https://www.ilpost.it/2020/09/30/primo-dibattito-trump-biden/

[3] Valentina Avon, Migranti, duemila bambini separati dai genitori. Trump sotto accusa, in repubblica, https://www.repubblica.it/esteri/2018/06/16/news/tolti_i_figli_a_immigrati_e_profughi_trump_sotto_accusa_e_lui_da_la_colpa_ai_democratici-199187710/

[4] Atlantide – America al bivio – puntata del 28.10.2020 con presentazione del documentario “Unfit-la psicologia di Donald Trump”

[5] C’era un piano per sequestrare la governatrice del michigan, in Il post, https://www.ilpost.it/2020/10/08/piano-sequestro-governatrice-michigan/

[6] Maddalena Maltese, La corsa alle armi per il dopo elezioni, in S.I.R. agenzia d’informazione, https://www.agensir.it/mondo/2020/11/01/la-corsa-alle-armi-per-il-dopo-elezioni/

[7] Elezioni Usa. Biden “vede” la Casa Bianca. Ma Trump ci prova: fermate i conteggi, in avvenire.it, https://www.avvenire.it/mondo/pagine/elezioni-usa-trump-non-lasceremo-che-rubino-voto-biden-vinceremo-in-pennsylvania